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• Testimonianze

Ciao a tutti!.. “vi saluto in Dio” come direbbe S. Vincenzo Pallotti. Questo saluto non è casuale perché è proprio su questa  figura che vorrei concentrarmi per parlarvi brevemente del mio cammino di fede. Già molti di voi mi conoscono … mi chiamo Rosita e frequento l’ultimo anno di liceo (Aprile 2012). Conosco la famiglia dell’UAC da circa due anni grazie a suor Beniamina che mi ha permesso di fare questa meravigliosa esperienza, ma soltanto quest’inverno sono entrata a farne parte ufficialmente come laica. E posso dire con certezza e gioia che da allora la mia vita spirituale e di conseguenza quella sociale sono cambiate in meglio. Ma cos’è quest’UAC? Qualcuno si starà domandando: UAC è la sigla che sta per Unione Apostolato Cattolico, l’istituzione fondata nel 1835 da S. Vincenzo Pallotti. Lo scopo di S. Vincenzo era quello di riunire tutti in Cristo senza distinzioni di sesso, di nazionalità o di stato sociale e di far rifiorire la fede in ogni anima. S. Vincenzo ci esorta ad uscire dall’ombra e da quel torpore che anestetizzano la nostra vita e ci vuole risvegliare affinché noi possiamo riaccendere la fede della gente che incrocia il nostro cammino.  Ma non aveva detto Cristo stesso di “abbandonare le reti” della nostra vita mediocre per seguirlo e di amare il prossimo come noi stessi? E se amiamo il prossimo, come potremmo privarlo dell’amore di Dio e delle sue grazie che noi abbiamo sperimentato?  A pensarci bene, il messaggio di S. Vincenzo non è poi così assurdo o irraggiungibile: egli ci chiede di divenire veramente cristiani con la “c” maiuscola e ad amare gli altri perché non può esserci amore più grande di chi ha a cuore la salvezza dell’altro… e questo ce l’ha insegnato Cristo stesso, morendo sulla croce per la nostra salvezza.
Ammetto che prima dell’avvicinamento alla famiglia pallottina la mia fede non aveva mai incontrato grandi ostacoli, ma iniziando un nuovo percorso di fede insieme all’UAC mi son resa conto che l’ostacolo era presente nella qualità della mia fede: ero credente per tradizione più che per convinzione. In questa grande famiglia ho scoperto in prima persona cosa sono la solidarietà, l’amicizia, la carità, l’evangelizzazione ed ho imparato riconoscere un sorriso sincero e speranzoso.. : in poche parole, ho compreso cosa significa veramente essere uniti. Posso affermare per esperienza personale che l’unione, oltre a fare la forza, fa anche la fede! Abbracciare il carisma di S. Vincenzo significa voler ricambiare l’amore infinito di Dio e mettere in gioco la propria fede  ogni giorno senza vergogna nel mostrarla agli altri. Fino a qualche anno fa, non avrei mai potuto immaginare di parlare ad altri della mia fede o di andare per le strade ad  invitare gente sconosciuta a passare un sabato alternativo in chiesa per adorare Gesù. Ma ora so che posso e che voglio farlo... S. Vincenzo diceva di essere una lucciola e  che quel poco di luce che possedeva proveniva dal Signore. Quindi anche io vorrei essere una lucciola per brillare della luce di Dio nel buio. Ecco cosa devono essere i membri dell’UAC: le lucciole di Cristo che illuminano la notte per riaccendere  negli altri la speranza della salvezza.
 Rosita Cipolla

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